27 settembre 2010

La segheria veneziana

Le nostre segherie erano dette "veneziane" perchè in tutta l'area tirolese gran parte del commercio si svolgeva con Venezia, da dove provenivano le tecniche più avanzate di lavorazione.
segheria veneziana
L'esterno della segheria di Rabbi. La storia dei sistemi di segagione idraulica
nell'ambito alpino in epoca pre-industriale individua la sega veneziana come
la più diffusa poichè la tecnica usata faceva buon uso dell'abbondanza d'acqua
dei torrenti di montagna. Ci vuole molta acqua per azionare con sufficiente
velocità la ruota orizzontale che per mezzo di una grossa biella trasmette un
movimento verticale all'intelaiatura che porta la lama metallica della sega.
Erano situate lungo i corsi dei torrenti ed erano costituite da due corpi distinti: la tettoia coperta in legno che ospitava l'impianto vero e proprio e una casetta in muratura che fungeva da alloggio del segantino.
Poco prima della segheria, dal torrente si ricavava una derivazione che incanalava l'acqua lungo un canale di legno fino alla segheria.
Qui il canale ligneo terminava bruscamente lasciando cadere l'acqua sulla ruota idraulica. Il salto era di lieve entità, due o tre metri al massimo.
segheria veneziana
Il carrello mobile e l'incastellatura che ospitava il telaio della lama, che
tagliava il tronco con un moto di vai-e-vieni verticale.
Una rastrelliera impediva ai sassi e legni trasportati dal flusso di cadere sulla ruota, danneggiandola.
La tipica ruota idraulica della veneziana produceva il movimento simultaneo della sega e del carrello mobile su cui era collocato il tronco da segare. Era un meccanismo realizzato interamente in legno e piuttosto complicato, che trasformava il moto circolare della ruota in due moti rettilinei e sincroni: l'alternativo verticale del telaio reggilama e l'orizzontale a intermittenza del carrello portatronchi. Quando la lama scendeva (e tagliava il tronco), il carrello si arrestava, mentre quando la lama risaliva, il carrello doveva compiere uno scatto in avanti.
segheria veneziana
Lo schema di funzionamento di una segheria veneziana che, a differenza dello
schema augustano, aveva una alto rendimento. Era la tipologia più diffusa nella
nostra zona, dove le acque abbondanti e veloci dei torrenti alpini permettevano
l'impiego di ruote idrauliche "per di sotto" ad elevata velocità di rotazione.
Il posto di manovra era situato fra l'incastellatura della lama dentata e la pertica che uscendo dalla parete poteva deviare il flusso d'acqua accendendo e spegnendo la macchina.
Un apposito comando permetteva di controllare il trascinamento automatico del carrello col tronco sui rulli durante il taglio.
Il taglio di un'asse avveniva mediamente in una decina di minuti appena.
Nel quadro dell'economia del legname le veneziane hanno avuto un ruolo rilevante.
Prima la gente sprecava il legname, lavorando i grossi tronchi con asce e accette per ricavarne travi, panconi e tavolame.

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