20 febbraio 2017

Il trentino patugo, un pastone di patate "conce"

Il patùgo era uno stufato contadino di patate, fagiolini e zucchine (in autunno invece si usavano le verze). Veniva condito col lardo.
mangiare in montagna
Questo pastone delle ristrettezze era ben conosciuto dai contadini delle valli e dai
ceti popolari dei centri urbani di fondovalle. Un piatto povero diffuso nelle valli più
povere (come la sassosa Val di Cembra, dove prima del porfido e del Muller Thur-
gau si faceva letteralmente la fame). La carne compariva di rado e qui l'abbiamo
solo nel soffritto, sotto forma di lardo o di strutto.
Le patate sbucciate, le zucchine con la buccia e le tegoline decapitate delle "teste" andavano ridotte in pezzetti. Intanto in una padella si preparava un soffritto di cipolla e olio (un tempo di lardo).
👉Infine i pezzetti di patate, zucchine e fagiolini andavano mescolati fra loro e messi in padella, dove venivano ripassati nel soffritto avendo cura di schiacciarli con una forchetta e mescolarli di continuo, fini ad ottenere un impasto simile a un grossolano puré.
👉Piatto povero, senza la carne, una scelta certo non ispirata a criteri salutisti. Come tutte le pietanze autenticamente popolari, lo si trova in diverse varianti locali. Quella illustrata, basata sulle verdure crude, viene dalla Val di Cembra.
mangiare in montagna
L'impasto che ne risultava in Val Rendena veniva chiamato pagnòc (ma c'era anche la dizione patùgol), in Tesino e in Val di Cembra era invece patugo. Salame e formaggio erano l'accompagnamento ideale del patugo, che invece qui vediamo assieme a ricotta e peperoni in agrodolce.


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