24 settembre 2020

Il maggiociondolo, l'alberello tanto apprezzato dai carradori

Prima della Rivoluzione Industriale, che introdusse il ferro e i cuscinetti a sfere, l'usura dei mozzi nelle ruote dei carri e delle carrozze era un bel problema.
I suoi grappoli di fiori gialli annunciano l'arrivo dell'estate.
L'assale e il mozzo della ruota sfregavano continuamente l'uno contro l'altro; la superficie di contatto andava sempre tenuta bene ingrassata con lo strutto di maiale o con il grasso di cavallo, cosa che riusciva a diminuire un poco l'attrito, il surriscaldamento e l'usura.
👉Ma soprattutto andavano costruiti col materiale più adatto: un legno duro capace di resistere non solo agli sforzi, ma anche allo sfregamento.
👉Difficilmente i mozzi delle ruote e gli alberi degli assali superavano le cinque dita di diametro, quindi l'attenzione si concentrava sulla qualità del legno, che doveva essere non solo duro, ma anche molto compatto. Insomma: il maggiociondolo.
👉E' più un grosso arbusto che un vero albero, ma le dimensioni non erano importanti: mica si trattava di ricavarne travi e capriate da costruzione. Il maggiociondolo era per i carradori ciò che bosso e ciocco di radica dell'erica arborea erano per i fumatori di pipa.
Il legno è duro e pesante, di colore giallo/bruno, ottimo per pali, lavori al tornio e come combustibile. Era utilizzato anche per la costruzione degli archi. Attenzione: é velenoso, per cui nessuna parte della pianta va ingerita. Sulla costruzione dei carri, vedi qui.





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