Questa fase del ciclo del lino si svolgeva ad inizio autunno, in ottobre o novembre, quando i gravosi impegni estivi della famiglia contadina erano ormai terminati. lavoro_domestico
Le mazzette di pianticelle di lino provenienti dal campo venivano battute con un mazzuolo di legno su un ceppo, per far cadere i semi.
I semi, ripuliti dalla pula con un vaglio o un setaccio, venivano riposti per la successiva stagione di semina e in parte utilizzati per i cataplasmi della farmacopea casalinga.
Il fornello in pietra veniva scaldato con molta legna e quando era caldissimo si toglievano le braci e la cenere. Doveva essere ripulito con molta cura, una brace dimenticata poteva incendiare tutto il raccolto.
Con un altro attrezzo in legno, una specie di pettine con i denti in ferro, si separavano le fibre tessili dalle fibre legnose: il lino vero e proprio e la stoppa.
L'aspetto del lino dopo la gramolatura e sfibratura era del tutto simile a quello della lana dopo la cardatura. La fase di lavorazione successiva era la filatura. |
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