8 aprile 2010

Mulino con pestaorzo

Presso il museo etnografico di Dietenheim/Teodone è stato ricostruito un mulino capace di trattare sia legranaglie(macinazione) che l'orzo (pilatura).
Il mulino che abbiamo qui è alimentato da due ruote a gora ed è diviso in due locali; nella parte posteriore c'è la pietra per pilare l'orzo e il pestello per i semi di lino.

● La pila con la pietra che gira nel trogolo serviva per sbucciare l'orzo dai gusci. La stessa cosa si otteneva però anche col pestello, che si usava tuttavia anche per «follare» il loden.
I perni sull'albero della ruota a caduta di acqua sollevavano quattro panconi che poi piombavano per la guida obliqua nel trogolo. Molti contadini possedevano tutto l'occorrente per la pilatura. Quello che c'è qui nel museo apparteneva al maso Hirber di Rein e fu trasportato nel museo nel 1978.

● La parte destinata alla macinazione dei cereali ripete lo schema rocchetto-lubecchio presente nella maggior parte di questi impianti e che serve per ribaltare di 90 gradi l'asse di rotazione. Anche il resto del macchinario ripete lo schema diffuso nell'arco alpino. C'è la tramoggia in legno che convoglia i chicchi alle pietre molitorie in incamiciate in un contenitore di legno e poi il "buratto" che separava automaticamente la farina dalla crusca e convogliava la farina in scomparti diversi in base alla finezza di macinazione.
Una volta avviata la ruota idraulica, il mugnaio si doveva preoccupare solamente di mantenere piena la tramoggia e svuotare i recipienti via via che si riempivano di farina. Il resto avveniva automaticamente, in maniera servoassistita da meccanismi in legno e corda rudimentali ma molto efficienti.

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