Oggi come ieri si trova in posizione remota e solitaria a 1.530 metri, a sbalzo su un precipizio che cade a picco sulla valle sottostante, lungo il sentiero alto che collega da secoli il paesino di Ahornach/Acereto con Rain in Taufers/Riva di Tures, nella valletta omonima.
Quando Aldo Gorfer passò di qui nel 1972, il maso era raggiungibile solo tramite un sentieri pedonali; anche il più semplice era stretto, esposto ed a tratti pericoloso.
Non c'erano nè il telefono nè la televisione (forse la radio) e i Bauern duri e puri che ancora l'abitavano erano gli ultimi rappresentanti dell'antica civiltà agricola dei contadini di montagna. Abitudini, stili di vita, metodi di lavoro e tradizioni erano ancora quelli dell'era pre-industriale.
Il Kofler è sempre stato uno dei masi più isolati del Sudtirolo.
Questo maso venne costruito nel sedicesimo secolo e anche oggi, dopo essere stato raggiunto dalla strada nel 2000 e quindi trasformato in agritur, ha mantenuto parte del suo aspetto originario
Le fotografie in bianco e nero sono tratte dal noto lavoro di Gorfer e Faganello; lo stesso vale per le didascalie e per le citazioni virgolettate che qui seguono:
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«Il Kofler è un maso, a oltre 1500 metri di altitudine, di diciotto ettari di bosco, cinque di campo, dieci vacche in stalla.»
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«Il maso, 1528 m, giace su d'una ripidissima radura tra due salti di roccia, in sponda destra del rio Riva, nel comune di Campo Tures, e nella parrocchia di Acereto (1334 m) da cui dista un'ora e mezza di sentiero che può essere difficile. E' abitato da 8 persone. Ha una centralina elettrica autonoma»
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«[...] abbiamo poco denaro però abbiamo da mangiare e anche da bere.»
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«Tutti, tranne la Rosina, si strinsero sulla soglia, nel vento,
a ricevere la benedizione del commiato.»
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«Dal prato veniva su il fratello di Hedwig, l'Hans, il Bauer giovane. Portava una slitta sulle spalle. Aggirò il maso dalla parte del fienile e lo ritrovammo, gigantesco e discreto, nel corridoio.»
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"In Rein ist neun Monate Winter und drei Monate ist es Kalt."
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«In un siberiano meriggio del passato inverno, il Kirchberg era una lastra di ghiaccio preso d'infilata dalla tramontana che veniva giù dalla Knuttental.»
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«Dal prato veniva su il fratello di Hedwig, l'Hans, il Bauer giovane. Portava una slitta sulle spalle. Aggirò il maso dalla parte del fienile e lo ritrovammo, gigantesco e discreto, nel corridoio.»
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Le parole del Gorfer sottolineano ripetutamente la durezza delle condizioni di vita e di lavoro in cui si svolgeva l'esistenza di questa famiglia abbarbicata al fianco del monte; ne descrive la fatica quotidiana e l'assoluto isolamento che rendeva tutto precario e difficoltoso, un isolamento che si faceva angosciante durante gli interminabili e gelidi mesi invernali e nei momenti di emergenza.
Ma il suo resoconto si sofferma anche sugli aspetti più prosaici della vita quotidiana dei contadini dei masi,comprese le non ottimali condizioni igieniche in cui si svolgeva la loro dura esistenza. Ne esce un quadro realistico e non edulcorato, l'esatto opposto dei quadretti idilliaci stile "mulino bianco" a cui indulge il mondo della pubblicità.
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Prima della costruzione della strada il maso si trovava, nonostante la posizione scoscesa, all'incrocio di quattro sentieri, un incrocio presidiato da una cappella costruita nel 1759 che è stata demolita per fare spazio alla strada attuale. Su ciascuno di essi il Gorfer ci ha lasciato un commento:
● «Non conoscendo il luogo, aggiunse l'oste, avremmo finito con l'incrodarci. Aggiunse che ben pochi, ormai, usano il sentiero di Tobel, il Tobelweg di quelli del Kofler e il Koflerweg di quelli del Tobel, preferendo la pista che viene dal Zuleche affrontando la parete di roccia»
● «C'è poi il Mühlweg. Prima che le piene del rio Riva portassero via il mulino, trecento metri a picco al di sotto del maso, il sentiero era frequentato con bastevole disinvoltura dagli uomini carichi dello Stiblich, la cassetta per portare il grano o la farina. [...] A detta degli abitanti del Kofler il Mühlweg è il più pericoloso. Affronta la roccia strapiombante, liscia come la mano di una fanciulla. In corrispondenza del passaggio meno accessibile, là dove un buio antro si spalanca nel granito, è stata collocata una scala di legno di venti gradini.»
● «Terzo sentiero è il Prantlweg. In due ore di severo cammino raggiunge Riva di sotto. S'interna in un paesaggio degno di una descrizione di Montaigne, di continuo spalancato come è su di un aggresivo panorama alpino.»
● «Strada maestra è, infine, il Kirchweg. E' l'unico superstite attivo di codesta singolare rete viabile che aveva per centro il Kofler. [...] è un sentiero divertente e non eccessivamente faticoso. Almeno per chi non soffre di vertigini, di asma o di cuore o non tema le pur possibili avventure invernali.»
ci sono stata un paio di anni fa. non ha più la magia dell'irraggiungibilità (per fortuna degli abitanti), si fatica un po' a percepirne l'isolamento, ma gli è rimasto parecchio fascino. Nel corridoio che porta alla stube sono esposte le pagine del libro Gorfer/Faganello, mi pare ne vadano orgogliosi. Del libro e della loro storia.
RispondiEliminaCi voglio tornare con calma (intanto metterò un post della salita nel bosco fatta quest'estate)eallora guarderò anche dentro.
RispondiEliminaAvevo visto il tuo,di post, su questo maso.