15 aprile 2010

Il mugnaio e il prodotto del suo lavoro

L'arte del mugnaio è stata sempre tramandata da generazione a generazione.
La sala macchine con la tramoggia, le due pietre da macina (in manutenzione) e
il buràt, il setaccio cilindrico che separava il macinato in base alla grana.
Al mulino si affiancava a volte il forno per panificare, come nel caso della foto, che
risale agli anni '70 ed è stata fatta lungo il Rio Manez, a Larciana, nelle Giudicarie.
L'esperienza acquisita dopo aver affiancato a lungo l'anziano genitore veniva così ad essere salvaguardata nelle abili mani del successivo giovane mugnaio.
Spesso il mugnaio abitava nello stesso edificio che ospitava il macchinario, che in tal caso era di dimensioni più consistenti.
Il mugnaio e l'interno, impolverati dal pulviscolo di farina.
👉L'attività lavorativa vera e propria si svolgeva all'interno della "sala macchine" che ospitava in un unico locale l'incastellatura in legno con l'impianto molitorio e tutte le attrezzature accessorie comprese quelle - assai importanti - per la manutenzione periodica delle pesanti macine circolari in pietra.
Il macchinario non era ingombrante e molto dello spazio era destinato al deposito dei sacchi delle granaglie e del macinato. L'alimentazione della macchina era assicurata dalla tramoggia che andava alimentata a mano, trasportando i sacchi a spalla lungo la scaletta di accesso.
Il compenso del mugnaio detto la molenda veniva calcolato, considerando l'eventuale calo durante la lavorazione, con un parametro che oscillava intorno al cinque per cento del prodotto macinato.
👉Il prodotto di un'ora di lavoro: un piccolo mulino del tipo alimentato dal di sotto con ruota del diametro di due metri, poteva macinare circa 180 chilogrammi di grano all'ora. Questo lavoro corrisponde, nella moderna valutazione. a circa tre cavalli-vapore. In confronto, un mulino azionato da un asino o da due uomini poteva a malapena macinare 4,5 chilogrammi all'ora.
👉L'importanza economica dei mulini: vicino ad Arles verso il 310 d.C. venivano usate per la macinazione del grano sedici ruote alimentate per di sopra, che avevano un diametro, alcune di circa 2,70 metri, altre di poco meno d'un metro. Ciascuna di esse azionava, attraverso ingranaggi di legno, due macine: la capacità di macinazione complessiva era di 3 tonnellate all'ora, sufficienti al fabbisogno d'una popolazione di 80.000 abitanti, e poiché la popolazione d'Arles a quel tempo non superava i diecimila abitanti circa, è chiaro che questo mulino serviva una vasta zona.

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