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Il portacote era considerato un oggetto personale, come la pipa, e quindi poteva assumere fogge anche molto elaborate. |
Nell'economia agricola di montagna il fieno ottenuto dallo sfalcio estivo dei prati era un bene prezioso.
La sua scarsità avrebbe messo in discussione la sopravvivenza stessa della famiglia e solo una abbondante scorta permetteva agli animali della stalla di passare l'inverno senza morire di fame.
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Per l'impiego sul campo l'incudine portatile veniva piantata direttamente nel terre- no del prato. In casa, invece, veniva solitamente infissa in un ciocco di legno o in un masso appositamente forato. |
👉Per ottenere fieno di buona qualità serviva una falce bene affilata, in grado di assicurare un taglio senza sbavature. Per questo la lama della falce andava tenuta sempre perfettamente affilata.
👉Per la manutenzione "ordinaria" durante l'intera giornata di lavoro ciascuno portava appesa alla cintura il portacote e la cote (pietra) con cui durante lo sfalcio veniva frequentemente ripassato il tagliente della lama.
👉A quella "straordinaria", invece, si provvedeva lasciando ai margini del prato due strumenti da usare per riparare i danni degli impatti con le pietre e le erbe selvatiche più dure: il martelletto e il battilama, una sorta di leggera incudine portatile da infilare nel terreno.
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