Senza le scarpe giuste in montagna non si poteva durare a lungo. E' una semplice verità che i contadini conoscevano molto bene.
Per questo curavano con premura la manutenzione degli scarponi, che erano a tutti gli effetti uno degli attrezzi più indispensabili per la sopravvivenza nelle terre alte.
👉Erano delle pesanti calzature di cuoio di vacca che venivano confezionate a mano dal calzolaio del centro più più vicino, costavano care ma duravano una vita.
👉La loro entrata in servizio richiedeva un lungo periodo di adattamento al piede, che inevitabilmente rispondeva agli sfregamenti con le dolorose vesciche.
Allora si ricorreva al lardo per ammorbidirli un poco, e i più raffinati si procuravano il grasso di cavallo, più raro ma migliore perchè più fluido, e perciò maggiormente in grado di penetrare nelle porosità del cuoio.
Tuttavia, una volta adattati, duravano a lungo e svolgevano ottimamente il loro servizio.
👉Venivano ordinati di un numero in più, così da permettere l'uso dei pesanti e spessi calzettoni di lana grezza, una vera e propria assicurazione contro i congelamenti invernali.
👉Prima dell'avvento delle suole in Vibram la suola era composta da strati di cuoio cuciti fra loro e irrobustita da tutta una serie di chiodi in ferro ribattuti a freddo (le celebri "broche").
Erano sottoposti a manutenzione ordinaria (ingrassaggio e sistemazione dei chiodi danneggiati) ma anche straordinaria (sostituzione delle suole): operazioni "di fino" che di norma erano affidate al calzolaio.
Nessun commento:
Posta un commento