Lo zucchero aveva un prezzo elevato ed era presente senza restrizioni solo nelle cucine dei nobili, dei ricchi e della curia vescovile, dove se ne faceva largo uso.
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Sia per le rosse zirèle che per le bianche spumiglie bisognava disporre di parecchio zucchero, che all'epoca era considerato un autentico status-symbol. |
Nelle case contadine lo zucchero veniva consumato con parsimonia ed anche gli ingredienti dei dolci delle feste tenevano conto di questo "vincolo di sistema" mentre come dolcificante quotidiano si continuava ad affidarsi al miele.
👉Era parecchio lo zucchero necessario per la preparazione delle spumiglie, un dolce sofficioso e edonistico fatto di chiara d'uovo montata a frusta e zuccherata oltre misura.
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Proprio dallo zucchero iniziava la produzione delle trentine zirèle, caramelle di zucchero a forma di cubetto, dal caratteristico colore rosso. In una padella di rame si versava l'acqua, lo zucchero e, come addensante, il miele. Portati ad ebollizione, il fuoco veniva calato e a questo punto si aggiungeva l'aroma prescelto: in genere il colore rosso derivava da da un mix di cannella e di garofano. |
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Il composto veniva infine steso poi su un ripiano di marmo fino a formare un lastra alta circa un centimetro che una volta raffreddata veniva tagliata in pezzi per dare appunto la forma e la dimensione finale. In 48 ore, tutto era pronto per essere gustato. |
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