19 luglio 2024

Curiosando negli anni sessanta: il materassaio

La manutenzione periodica faceva parte della "filosofia del prodotto" perchè con l'uso quotidiano anche il miglior materasso di lana ben cardata si "impaccava".
Un materassaio ambulante impegnato in città, nel cortile di una casa a ringhiera.
La cardatura della lana con il classico attrezzo artigianale azionato a mano che si
utilizzava un po' dappertutto, masi di montagna compresi.
Periodicamente bisognava smontarlo, arieggiare la lana, cardarla nuovamente e infine riconfezionare il tutto.
Prima dell'avvento dei materassi di produzione industriale (a molle e con imbottitura di materie plastiche) i materassi era di fattura artigianale, e venivano confezionati dal materassaio, un artigiano importante, onnipresente e che garantiva anche la necessaria manutenzione periodica a chi abitava nelle città e nei paesi. Nei paesi si era in genere più autosufficienti e forse anche meno esigenti, e quindi spesso ci si arrangiava da soli.
La lavorazione era sempre "a trapunta" con i bottoni di rinforzo per far sì che la te-
la resistesse allo sforzo e con i bordi impuntati a salsicciotto per mantenere la forma. 
👉Quasi sempre l'imbottitura era di lana di pecora ben cardata e per la fodera si utilizzava una robusta tela di cotone che veniva lavorata a trapunta manovrando dei grossi aghi imbastiti con un grosso e resistente filo, quasi una sottile corda.
👉I materassi si assomigliavano tutti, erano alti una decina di centimetri e dopo qualche anno venivano smontati, e la lana sottoposta ad una nuova cardatura. Infine il materassaio ricostruiva il materasso con la tela di cotone, l'ago ed il robusto filo. La manutenzione era periodica, faceva parte della "filosofia del prodotto".

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