18 agosto 2020

La pioggia, nemica giurata della fienagione

Una volta falciata, l'erba dei prati, alti o bassi che fossero, andava comunque lasciata essiccare al sole perchè solo così poteva trasformarsi in "fieno".
Prati alti appena falciati a Velloi (Merano) con nubi all'orizzonte. In basso, ben visi-
bili, le prime file di andane già pronte.
Bisognava riunirla in file (in Trentino erano chiamate andane) e poi sparsa sul prato e rivoltata per farla seccare uniformemente ai raggi del sole.
👉La sera andava nuovamente raccolta in andane per mantenerla tiepida durante la notte. Il mattino, una volta evaporata la rugiada, andava invece sparsa sul prato e così avanti fino a completa essiccazione.
👉Una volta secco, il fieno veniva raccolto in grandi teli in canapa e trasportato a spalla fino alla baita-fienile o al carro con cui trasportarlo a casa.
In alcune zone, come nel Vanoi trentino oppure anche in Valle Aurina, si usava essiccare l'erba falciata su appositi pali da fieno (in alto a dx e al centro) che potevano prendere la forma di alti cumuli elevati attorno ad un singolo grande palo, fungendo così da fienile all'aperto. C'erano anche apposite strutture protette da una tettoia (in foto una rastrelliera slovena).

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