La casara di Malga Miesnotta di Sopra, con Cima Cece sullo sfondo. |
La conduzione dei bovini all'alpeggio: a metà giugno le riserve di foraggio sui pradi scarseggiavano e i contadini attendevano il caricamento delle malghe (montegàr).
L'intera famiglia era mobilitata per il trasferimento, in particolare i bambini, che iniziavano così a conoscere il territorio.
Ci si svegliava con il buio, ad ogni animale veniva allacciato un collare con campanaccio (brondìn se rotondo e di bronzo).
La salita ai pascoli alti avveniva senza forzare il passo delle bestie; con ritmo lento e continuo, pascolando sulle praterie e nei boschi e camminando sui viàdi, le piste aperte sul terreno dai continui passaggi di bestiame. Una volta arrivate all'alpeggio gli animali venivano consegnate al vachèr (le vacche) e al mandèr (i vitelli e le manze). Di notte e in caso di forti temporali la mànde venivano inaiàte, cioè concentrate al riparo di alberi o di depressioni del terreno. La mandria era condotta dai mandèri e dai loro cani da pastore.
Il trasporto a valle di burro, formaggio e ricotta: i prodotti non ritirati in malga dai proprietari venivano trasportati in paese per la vendita. Il formaggio veniva conservato in malga fino a fine stagione per assicurarne la cura giornaliera (regonar el formai). Il burro, più deperibile, veniva portato in valle ad intervalli di qualche settimana. Le forme di formaggio erano impilate e trasportate dentro sacchi legati su una slitta (sloiza) trainata da asini e guidata da uomini. Il burro era stoccato in apposite casse montate a bilancia sul dorso degli asini. Quando faceva troppo caldo il burro veniva avvolto in foglie di Rumex (slavàze) e portate giù nelle prime ore del mattino. |
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