Viene costruita nel 1870 dal proprietario del fondo su cui sorge, Crisanto Orsingher, probabile titolare dei diritti di derivazione delle acque.
Il canale dell'acqua e l'edificio che nel suo aspetto attuale ricalca quello
che aveva prima della dismissione, avvenuta nel 1952.
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Anche se viene costruita in età industriale, lo schema generale e i principi di funzionamento sono ancora quelli degli impianti medioevali; del resto le tecniche della civiltà contadina sono sopravvissute nelle valli alpine sino al secondo dopoguerra.
Dopo un incendio viene ricostruita nel 1881. In quegli anni il Comune costruisce una strada che la collega al fondovalle ed infine, nel 1907, acquista la segheria dagli eredi Orsingher.
L'altro lato, con i tronchi da lavorare allineati sullo scivolo di ingresso.
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Negli anni successivi alla prima guerra mondiale la segheria, seriamente danneggiata dagli eventi bellici, viene ricostruita e ingrandita.
Il Comune acquisisce i diritti di derivazione dalla Stato italiano nel 1931.
Negli anni '40 e '50 i vecchi meccanismi di trasmissione del moto (che erano a ruote dentate in legno) vengono sostituiti con i più moderni sistemi a cinghie in cuoio e pulegge in ferro.
Un tentativo di montare un motore elettrico, però, fallisce.
Così nel 1952 cessa la produzione, che viene spostata in un impianto nel paese di Caoria. Ridotta ormai a rudere, viene recuperata e rimessa in funzione a cura dell'ente Parco che ne rimette in funzione i meccanismi. Oggi è funzionante (a scopo dimostrativo) e visitabile.
Il canale di derivazione dell'acqua. Il "rubinetto" è costituito dalla paratia verticale azionata dalla leva in legno. La ruota era del tipo per di sopra ed era alimentata da un flusso di 120 litri al secondo e forniva una potenza di 5 Kilowatt (7 Cavalli Vapore).
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