Il Trentino si trova nell'area di intersezione fra il mondo tedesco e
quello italico, dove le tradizioni legate alle forme di insediamento
germanico si mescolano a quelle di influenza latina.
La stufa (Hofe) del maso sudtirolese era situata nella Stube, l'unico locale riscal- dato della casa dei contadini di montagna (qui in un maso risalente al 1600). Era sempre circondata da una struttura in legno con panche e "antane" dove riposarsi (notare i poggiatesta in legno). |
Anche il luogo del fuoco domestico risente di questa duplice appartenenza; la Hofe (stufa tedesca) e il fogolàr (il fuoco italico, trentino e friulano, con una importante diffusione anche nell'Austria sud-orientale (da dove scomparve solo a fine Ottocento) rimandano a due diverse concezioni dell'abitare e a due diversi gradi di sviluppo sociale e economico.
👉Il fogolàr davèrt è un semplice
rialzo in muratura dove il fuoco viene acceso al centro e serve anche alla preparazione dei cibi; la stanza dove si trova riassume in sè la funzione del soggiorno e quello della cucina.
👉La Hofe della Stube è più evoluta, è costruita in muratura, una struttura chiusa che prende aria ed è alimentata dall'esterno e serve solo per riscaldare la stanza di soggiorno. Ha quindi un senso solo se si dispone già di un locale separato per cucinare i cibi (la Rauchstube).
👉Il fogolàr in Trentino sopravvisse nelle aree più povere e più arretrate, mentre l'usanza germanica era già da tempo maggiormente diffusa nelle zone più a contatto con l'influenza tedesca, (Val dei Mocheni, monte di Roncegno, masi della Val di Sole); anche in Trentino, col miglioramento delle condizioni di vita, il fogolàr davèrt venne progressivamente abbandonato anche nelle abitazioni più povere. Se vogliamo, anche in Sudtirolo era presente un tipo di fogolàr davèrt, ma era (come già detto) un fuoco a sè stante, situato nella cucina, locale destinato esclusivamente alla preparazione dei cibi, fumoso e scomodo.
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