La produzione della giornata si chiama caserada e spetta - a turno - ad uno dei soci. Sono antiche tracce di proprietà collettive e socialismo pre-industriale che ancora sopravvivono in Trentino.
Il Caseificio Turnario di Peio Paese, in cui si lavora secondo il sistema tradizionale, dispone di tre caldaie in rame, un locale con le vasche d’acqua per l’affioramento della panna e un ambiente per la salamoia. (foto G. Crozzoli) |
Il Caseificio Turnario di Peio Paese è l'ultimo caseificio turnario del Trentino ancora oggi in funzione.
Produce quotidianamente in modo tradizionale burro e formaggio (formaggio Casolèt e formaggio nostrano) con il latte di vacche, pecore e capre allevati nel territorio del paese stesso.
L’insieme dei prodotti lavorati in un giorno si chiama caserada e ciascuna caserada, a turno, diviene di proprietà di uno dei soci del caseificio.
Il numero delle caserade cui il socio ha diritto è proporzionale alla quantità di latte conferita.
La latteria turnaria si differenzia dalle latterie sociali in quanto non acquista il latte ma effettua un servizio di lavorazione per conto dei soci. Le latterie turnarie erano diffuse nelle vallate alpine del Trentino, Veneto orientale e Friuli. (foto G. Crozzoli) |
La latteria turnaria, presente anticamente in molti paesi, era una sorta di consorzio del latte: i contadini vi conducevano ogni mattina il latte munto.
Questo mini-consorzio permetteva un notevole risparmio di materiali, tempo e legna per il fuoco.
Una volta stagionate (alla latteria turnaria era annessa una capiente cantina) le forme di formaggio venivano suddivise tra i soci della latteria in base alle quote di latte conferite.
Poco era quello che si vendeva, la maggior parte era consumata dagli stessi produttori.
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