18 giugno 2022

I chiodaioli della Val di Ledro

La fucina dele Broche: era l'officina specializzata nella produzione dei chiodi da scarpa (broca=chiodo).
Uno scarpone chiodato esposto al museo degli usi e costumi a San Michele all'Adige. Le broche da scarpa erano chiodi di diverse fogge che servivano a proteggere la suola delle calzatura che nei migliori casi era in cuoio mentre di norma era in legno.
Si trattava di un'attività economicamente molto importante e militarmente strategica,
tanto che ha addirittura consentito ai ledrensi di tornare dal fronte durante la WW1
e di evitare di partire soldato durante la WW2.
👉Dal XVII secolo l'affermarsi delle ferriere, specialmente a Prè e a Molina di Ledro, portò cambiamenti profondi in valle le porte verso un'occupazione più remunerativa che coinvolse per oltre due secoli centinaia di persone: chi direttamente nella fusione dei minerali ferrosi, chi nella lavorazione del ferro nelle officine, chi nel trasporto dei manufatti da e per il porto del Ponale del Garda e chi nel carbonare la legna per i forni fusori.
Le broche da scarpa scomparvero definitivamente dopo la WW2, perchè gli anglo-
americani avevano fatto conoscere l'uso delle suole di gomma.
👉Nel XVIII secolo erano attivi 13 forni grossi ma la vittoria di Napoleone con il seguente passaggio del Trentino sotto l'amministrazione diretta del Tirolo asburgico portò ad un notevole calo della produzione. La crisi continuò fino a che, verso la metà dell'Ottocento, le ferriere ledrensi chiusero definitivamente. Rimasero in funzione solo poche fucine per lavoratori di mascalcia, di attrezzi agricoli e chiodi.
👉Un nuovo impulso avvenne dopo il 1866, quando dal bresciano e dal bergamasco affluirono in valle degli operai, i quali si re insediarono nelle fucine ormai dismesse e diedero inizio lavorazioni più innovative e specialistiche quali la fabbricazione delle "brocche a zappa" che si sviluppò, ancora una volta, soprattutto a Prè e Molina.
(notizie tratte dal sito vallediledro.com - vedi ulteriori notizie in Google)

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