11 luglio 2022

I multicolori tappeti contadini tessuti con gli stracci di casa

Vestiti vecchi, biancheria, federe, lenzuola, teli, stoffe e stracci non più riparabili non venivano gettati via, ma riciclati sotto forma di rustici tappeti colorati.
L'ingresso del maso "Kofler zwischen den Wänden" nella Reintal/Val di Riva, una laterale della Ahrntal Valle Aurina (foto del 2013).
L'ordito di sottile spago biancastro è qui ben distinguibile dalla trama multicolore.
Era una pratica diffusa in ogni maso e in ogni abitazione e faceva parte della filosofia del riuso che ispirava la vita dei ceti lavoratori prima dell'avvento del consumismo novecentesco.
👉Per prima cosa bisognava ridurre gli stracci in striscioline larghe non più di un centimetro, cucirle l'una in coda all'altra con ago e filo ed arrotolarle fino a formare un gomitolo della dimensione di una palla. Queste palle erano il "filato" con cui si sarebbe proceduto alla tessitura del tappeto.
Un telaio del tipo usato nei masi. Il tessitore sedeva dando la schiena alla parete
di destra. Attorno al grosso rocchetto sulla sinistra veniva avvolto il tessuto. L'arti-
giano tessitore professionista disponeva di telai meno grossolani.
👉I masi che erano dotati di un proprio telaio casalingo potevano provvedere autonomamente anche alla fase della tessitura, altrimenti si consegnavano le palle di "filato" ad un artigiano che passava di maso in maso a raccoglierle, per lavorarle nel proprio laboratorio: era il "tessitore".
👉L'ordito dei tappeti artigianali era costituito da un sottile ma robusto spago di canapa o cotone mentre la trama era ovviamente costituita dall'aggiunta, gomitolo dopo gomitolo, del "filato" ricavato dalle diverse tipologie di tessuti usati per confezionare i singoli gomitoli. Di qui l'aspetto variegato e multicolore di questi rustici tappeti contadini.

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