La strinadina della Rendena era una merenda che generalmente veniva consumata durante la giornata di lavoro nei boschi. Era il sostituto del pranzo.
Pane vecchio condito con olio di oliva, zucchero e vino rosso. Da non confondere con le bru- schette, ricorda piuttosto la soppa istriana (che però aveva natura più che altro conviviale). |
Questa merenda da lavoro prende il nome dal verbo strinàr, abbrustolire, ed era in uso nei paesi delle valli Giudicarie trentine.
Era fatto col pane vecchio bagnato nel vino rosso e poi scottato alla brace, ed infine condito con olio di oliva, zucchero .
Si trattava, in buona sostanza, di fette di pane inumidite arrostite sui cerchi in ghisa della fornasela e poi cosparse di zucchero, olio e vino.
👉L'insolita presenza dell'olio d'oliva ci dice che la sua diffusione (Val Rendena e Giudicarie) risentiva della vicinanza del Lago di Garda, dove veniva coltivato da tempo immemore l'olivo.
👉Si trattava, con tutta evidenza, di un piatto "di riciclo" che inoltre ben si prestava a fornire energia a chi doveva affrontare una lunga giornata di faticoso lavoro. Era anche semplice da fare: da pane vecchio intriso nel vino rosso e poi “strinato”, cioè abbrustolito, condito infine con olio d'oliva e zucchero.
Mi puoi ripetere un'altra volta per favore, ché non ho capito bene? vino, olio d'oliva e zucchero...
RispondiEliminaE vorrei aggiungere che in Rendena i "Borer" l'olio d'oliva non l'hanno mai visto...
RispondiEliminaEppure così dicono in Val Rendena. Io penso che, come in altri casi, la versione odierna non rispetti fedelmente quella originale e sia - in sostanza - arricchita da ingredienti precedentemente poco diffusi. La jota friulana, per fare un esempio, è oggi una saporita minestra arricchita da carni e verdure, mentre in origine era solo crauti, acqua e cipolla. Nei paesi trentini la dieta era povera ma dalla fina dell'Ottocento le "privative", "i apalti" e infine "la cooperativa" introdussero olio, zucchero e caffè anche nelle valli...
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