17 novembre 2019

La strinadina dei boscaioli rendenesi

La strinadina della Rendena era una merenda che generalmente veniva consumata durante la giornata di lavoro nei boschi. Era il sostituto del pranzo.
strinadina
Pane vecchio condito con olio di oliva, zucchero e vino rosso. Da non confondere con le bru-
schette, ricorda piuttosto la soppa istriana (che però aveva natura più che altro conviviale).
Questa merenda da lavoro prende il nome dal verbo strinàr, abbrustolire, ed era in uso nei paesi delle valli Giudicarie trentine.
Era fatto col pane vecchio bagnato nel vino rosso e poi scottato alla brace, ed infine condito con olio di oliva, zucchero .
Si trattava, in buona sostanza, di fette di pane inumidite arrostite sui cerchi in ghisa della fornasela e poi cosparse di zucchero, olio e vino.
👉L'insolita presenza dell'olio d'oliva ci dice che la sua diffusione (Val Rendena e Giudicarie) risentiva della vicinanza del Lago di Garda, dove veniva coltivato da tempo immemore l'olivo.
👉Si trattava, con tutta evidenza, di un piatto "di riciclo" che inoltre ben si prestava a fornire energia a chi doveva affrontare una lunga giornata di faticoso lavoro. Era anche semplice da fare: da pane vecchio intriso nel vino rosso e poi “strinato”, cioè abbrustolito, condito infine con olio d'oliva e zucchero.

3 commenti:

  1. Mi puoi ripetere un'altra volta per favore, ché non ho capito bene? vino, olio d'oliva e zucchero...

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  2. E vorrei aggiungere che in Rendena i "Borer" l'olio d'oliva non l'hanno mai visto...

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  3. Eppure così dicono in Val Rendena. Io penso che, come in altri casi, la versione odierna non rispetti fedelmente quella originale e sia - in sostanza - arricchita da ingredienti precedentemente poco diffusi. La jota friulana, per fare un esempio, è oggi una saporita minestra arricchita da carni e verdure, mentre in origine era solo crauti, acqua e cipolla. Nei paesi trentini la dieta era povera ma dalla fina dell'Ottocento le "privative", "i apalti" e infine "la cooperativa" introdussero olio, zucchero e caffè anche nelle valli...

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