Acqua bollente e cenere, la formula era semplice: la biancheria si bolliva, o quasi... |
I panni venivano immersi nella lisciva bollente e mescolati con dei bastoni di legno. |
Oggi il termine "liscivia" può indicare un detergente per panni, usato prima della diffusione delle lavatrici e dei moderni detersivi, realizzato trattando con acqua bollente la cenere di legna, che contiene grandi quantità di carbonato di sodio e di potassio.
👉Ma "fare la lisciva" nelle case contadine di un tempo significava "fare il bucato", quello grosso, che riguardava la biancheria da letto e da cucina più gli abiti e tutto il resto.
👉Per preparare la
lisciva (o
liscia) si utilizzava la cenere del camino ottenuta dalla legna: la cenere della carbonella (o quella degli attuali
pellet) non andrebbero bene.
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I masi di montagna a volte disponevano di un lavatoio esterno attrezzato con un focolare per fare la lisciva. La cenere veniva fatta bollire in acqua per ore e ore. Per le nostre nonne "fare la lisciva" significava dunque lavare i panni manualmente con l'acqua e la cenere della bollitura mescolate fra loro. La grande vasca in pietra serviva per la risciacquatura dei panni. |
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Una volta terminata la bollitura nella lisciva i panni andavano sciacquati in abbondante acqua corrente. Nei paesi c'erano per questo i lavatoi pubblici, più o meno grandi, dove le massaie portavano al risciacquo "il bucato grosso" della lisciva. |
Quanto lavoro le donne dovevano affrontare.
RispondiEliminaDirei che era un lavoro H24.
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