La trentina Val dei Mocheni è un'isola linguistica germanofona di origine medievale, fatto che spiega la presenza dei "masi", che sono insediamenti di cultura tedesca. |
Il maso Filzerhof venne fondato nel 1324, quando il Signore del Castello di Pergine affidò l’appezzamento denominato “ad Schaletas” ad un colono per renderlo coltivabile e costruirvi la propria abitazione. Come edificio, è classificabile come maso del tipo a corpo unito, cioè che ha l'abitazione, la stalla e il fienile riuniti sotto lo stesso tetto. |
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Il Filzerhof in autunno. |
In questa valle, percorsa dal torrente Fersina che passa per Pergine e finisce a Trento, non si è mai affermato l’istituto del maso chiuso perché si trova in Trentino, che è di cultura latina. Ma la valle ha visto la presenza dei minatori germanici detti "Canopi", e ci sono dei masi tipici della colonizzazione baiuvara che avvenne nell’area tirolese a partire da metà '200, per volere di
Mainardo II Conte del Tirolo-Gorizia.
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Oggi fa parte di un museo. La struttura dell’edificio e la distribuzione degli spazi so- no rimasti pressoché intatti fino ai giorni nostri, così da poter rappresentare un vali- do esempio di abitazione contadina di montagna. Sullo sfondo il Monte Rujoch. |
👉Oltre al classico maso di mezza montagna condotto dal
Bergbauer in questa valle ricca di miniere per l'estrazione di metalli, certi masi vennero affidati al colono chiamato
Bergknapper, il contadino di montagna che si occupava anche di estrarre minerale dal terreno agricolo assegnatogli.
👉Anche nel caso dei masi mocheni spettava al colono disboscare, coltivare il terreno, costruire al suo interno la propria casa dietro il pagamento di una sorta di affitto annuo che veniva pagato di San Michele, che cade proprio il 29 settembre.
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E' stato trasformato in museo etnografico con sede nel comune di Fierozzo. Raccoglie oggetti e presenta gli ambienti della storia e della vita rurale della popolazione della Valle dei Mòcheni. |
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