La pera Pala delle antiche coltivazioni domestiche ha rischiato l'estinzione, ma è giunta fino a noi. Gli alberi, alti e nodosi, superano agevolmente il secolo di vita.
Prima che la monocoltura della mela cambiasse l'agricoltura e il paesaggio del fondovalle, tra gli alberi da frutto coltivati dai contadini per uso locale c'era anche quello della pera Pala. Oggi i peri venostani sono stati affiancati e surclassati da quelli delle Marillen. |
Un albero di pera Pala nel fondovalle fra Glorenza e Silandro. E' stata documenta- ta per la prima volta nel 1755 nel primo censimento degli alberi da frutto venostani. |
A Glorenza si tiene in autunno il "Pala Pira Sunnta" (la domenica della Pera Pala) e in quella occasione viene panificato un segalino alla pera Pala. |
👉Citata con il nome di pera Pilli Palli nel "Churburger Anger und Pfaffenegg" (censimento dei prativi di Castel Coira e Pfaffenegg) del 1755. In alta Val Venosta era usata per preparare il Weihnachtszelten con Palabirnschnitz (un panforte natalizio alla pera) oppure il "pane alla pera pala".
👉"Schnitz" è il nome locale usato per indicare le fette di pera che venivano lasciate ad essiccare in luoghi ombreggiati per qualche giorno e poi usate per il pane alla frutta, un panforte natalizio preparato con queste fette di pere, noci e prugne secche. Erano usate nello Zelten di Natale o pel panforte di pera oggi "riscoperto" dai globalizzati slow-guru del posto.
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