7 marzo 2014

Col papavero nell'orto

Il papavero  (Papaver somniferum) non mancava mai negli orti dei masi ed era dotato di proprietà rilassanti e soporifere...
papaver somniferum
Annoverabile tra le piante psicotrope più antiche, il papavero da oppio è noto per le proprietà sedative, dovute agli alcaloidi contenuti nelle sue capsule. I semi maturi, invece, non contengono sostanze stupefacenti ma solo blandamente rilassanti. Nei masi sudtirolesi se ne faceva uso per favorire il sonno nei bambini.
papaver somniferum
Coltivazione di papaveri nella Ultental/Val d'Ultimo.

Il papavero cresce bene nei climi freschi e montani, in cui si ottengono piante con un maggiore contenuto di olio rispetto a quelle coltivate in luoghi più temperati.
Germina già ad una temperatura del suolo di 3 °C, fatto che si riflette nel detto "Mohn braucht kalte Füße" (il papavero vuole i piedi al fresco). Ha un periodo di germinazione di 1–2 settimane ed una prima fase vegetativa alquanto lenta. I campi di papavero si impiantano preferibilmente in posti soleggiati e al riparo dal vento.
Papaveri spontanei in Vinschgau/Val Venosta.
👉In Sudtirolo la coltivazione risale al XIII secolo privilegiando il tipo in cui la capsula resta chiusa anche quando è maturo, caratteristica presente nella maggior parte delle varietà coltivate anche oggi.
👉Questo perché i contadini erano interessati alla raccolta dei semi, per cui, nel corso della lunga storia di questa coltura, sono state selezionate le piante dalle capsule chiuse.
👉Oggi lo si impiega soprattutto per farcire o guarnire i dolci con i semi, che sono di due varietà, neri o bianchi: le loro proprietà non cambiano a seconda del colore.

"...usano nelle montagne del Trentino le villane l'erba de' papaveri salvatichi nei cibi abbondantemente... sono dei papaveri, che si seminano, tre spezie. Il bianco, di cui si mangiava appresso agli antichi il seme arrostito con mèle nella fine del pasto. Questo usano i villani di spargere sopra alla corteccia del loro pane prima bagnata con uova sbattute... Il bianco è abbondantissimo in tutta la Toscana, e amendue le spezie del nero in Lombardia e nelle montagne del Trentino, ove se ne seminano tra le fave amplissimi campi. Del cui seme fanno alcune vivande con pasta, le quali chiamano «pavrato», delle quali mangiano fino che sono satolli."
(Pietro Andrea Mattioli, "Discorsi ne' sei libri di Pedacio
Dioscoride Anazarbeo della materia medicinale...",
Venezia, presso Niccolò Pezzana, 1774, pagg. 594-595)

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