L'edificio della forgia idraulica ospitato al museo di Tedone-Dietenheim.
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Nella fucina del fabbro ferraio si producevano tutti gli attrezzi in ferro per il lavoro agricolo e boschivo.
La forgia a carbone, dove il ferro veniva scaldato al calor rosso per poter
essere lavorato con martelli e pinze sull'incudine.
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Con il maglio, si dà la prima impronta al lingotto di ferro da forgiare, che viene poi lavorato all'incudine.
La forgia dei carboni accesi viene alimentata dal flusso dell'aria del mantice, anch'esso azionato dalla forza dell'acqua.
Il pesante maglio idraulico.
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Il travaglio per ferrare i cavalli.
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Buoi e vacche venivano ferrati in un'apposita struttura detta travaglio, spesso collocata nei pressi della fucina.
Il travaglio consentiva al maniscalco di fermare la testa del bue fissandone con una robusta fune le corna a un palo e di sollevarlo da terra mediante un arganello, in modo da poter operare con tranquillità sia che si trattasse di ferrare i buoi da tiro che di curare e controllare gli zoccoli dei manzi, specialmente prima dell'inizio del pascolo o della partenza per la malga.
Schema di funzionamento del maglio, che era mosso da una ruota idraulica. Siveda a titolo di esempio un'antica bottega da fabbro in Val di Cembra.
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La «trappola» della foto proviene da Termeno-Tramin ed è stata installata nel museo nell'anno 1980.
Nelle zone dove essa è più costantemente presente, come nel Reggelberg e nel Tschögglberg, si chiama anche «Pfrenger».
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