Il patùgo era uno stufato contadino di patate, fagiolini e zucchine (in autunno invece si usavano le verze). Veniva condito col lardo.
Questo pastone delle ristrettezze era ben conosciuto dai contadini delle valli e dai ceti popolari dei centri urbani di fondovalle. Un piatto povero diffuso nelle valli più povere (come la sassosa Val di Cembra, dove prima del porfido e del Muller Thur- gau si faceva letteralmente la fame). La carne compariva di rado e qui l'abbiamo solo nel soffritto, sotto forma di lardo o di strutto. |
Le patate sbucciate, le zucchine con la buccia e le tegoline decapitate delle "teste" andavano ridotte in pezzetti. Intanto in una padella si preparava un soffritto di cipolla e olio (un tempo di lardo).
👉Infine i pezzetti di patate, zucchine e fagiolini andavano mescolati fra loro e messi in padella, dove venivano ripassati nel soffritto avendo cura di schiacciarli con una forchetta e mescolarli di continuo, fini ad ottenere un impasto simile a un grossolano puré.
👉Piatto povero, senza la carne, una scelta certo non ispirata a criteri salutisti. Come tutte le pietanze autenticamente popolari, lo si trova in diverse varianti locali. Quella illustrata, basata sulle verdure crude, viene dalla Val di Cembra.
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