Per il trasporto si usavano carri trainati da buoi o cavalli. In loco si utilizzavano grosse e larghe ceste di giunchi intrecciati, usanza diffusa un po' a tutte le latitudini dall'Abruzzo fino al Sudtirolo.
Era una delle attività più faticose e richiedeva la presenza di due persone. L'aratro, in genere del tipo a versoio (più evoluto di quello a chiodo) era dotato di lama in ferro e veniva pilotato a forza di braccia dal contadino.
Fondamentalmente, si procedeva come nel medio evo.
Veniva trainato da buoi o cavalli e al contadino non era richiesto uno sforzo particolare.
I ripetuti passaggi sui solchi lasciati dall'aratura sminuzzavano le zolle e spianavano la superficie del terreno facilitando così la successiva operazione di semina.
Anche in questo caso il lavoro veniva fatto interamente a mano, ripetendo tecniche e gesti che si tramandavano fin dai tempi più antichi.
La meccanizzazione dell'agricoltura di montagna è storia recente, particolarmente per i masi alti, spesso situati lungo pendii che rendevano impossibile l'impiego dei trattori tradizionali.
Solo a partire dagli anni '70 del Novecento l'industria elaborò mezzi agricoli da trasporto e traino e falciatrici capaci di affrontare pendenze sostenute senza ribaltarsi.
Nessun commento:
Posta un commento