Dall'alto in senso orario: Museo di Teodone (Bolzano), Museo di Malè (Trentino),
Museo di Valgerola (Pescara). L'ultima foto è tratta dal sito www.handwebereit.it.
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La lana veniva utilizzata per produrre le pesanti stoffe destinate poi alla follatura, per renderle più termiche e resistenti alle intemperie, ma perlopiù veniva lavorata a maglia e trasformata in maglie, maglioni, giacche, calze, berretti e guanti.
In casa la tessitura era affidata alle donne, che così finivano con l'occuparsi dell'intera filiera tessile.
Un lavoro che facevano anche in forma scambio di prestazioni con il vicinato. Altrimenti si ricorreva all'artigiano tessitore, che della produzione di stoffe, tessuti e tappeti aveva fatto il proprio mestiere.
In ogni caso il telaio era sempre del tip orizzontale azionato a mano. Era richiesta una bella abilità per coordinare il movimento di mani e piedi e si trattava di un lavoro lungo e minuzioso.
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