9 marzo 2013

La tessitura domestica

Molte famiglie contadine possedevano un telaio a mano ed erano dunque in grado di produrre da sè tessuti per gli impieghi più disparati. lavoro_domestico
Dall'alto in senso orario: Museo di Teodone (Bolzano), Museo di Malè (Trentino),
Museo di Valgerola (Pescara). L'ultima foto è tratta dal sito www.handwebereit.it.
I filati più usati erano il lino e la canapa. Col primo, più pregiato, si confezionavano lenzuola, camicie, tovaglie, tende, federe, fazzoletti, etc. Con la canapa, più grossolana, si producevano teli da lavoro e biancheria da letto più grossolana.
La lana veniva utilizzata per produrre le pesanti stoffe destinate poi alla follatura, per renderle più termiche e resistenti alle intemperie, ma perlopiù veniva lavorata a maglia e trasformata in maglie, maglioni, giacche, calze, berretti e guanti.
In casa la tessitura era affidata alle donne, che così finivano con l'occuparsi dell'intera filiera tessile.
Un lavoro che facevano anche in forma scambio di prestazioni con il vicinato. Altrimenti si ricorreva all'artigiano tessitore, che della produzione di stoffe, tessuti e tappeti aveva fatto il proprio mestiere.
In ogni caso il telaio era sempre del tip orizzontale azionato a mano. Era richiesta una bella abilità per coordinare il movimento di mani e piedi e si trattava di un lavoro lungo e minuzioso.
Ecco alcuni esempi di tessuti ottenuti con il telaio a mano contadino. Dall'alto in senso orario: un tessuto di lino piuttosto
grossolano, un tessuto di lino  ottenuto da filato sottile adatto per biancheria di pregio, il bordo di un asciugamano di
lino con frange, un lenzuolo di lino con bordo lavorato, infine un esempio di telo grossolano in canapa per uso agricolo.
La macchina era sempre costruita in legno e quindi facilmente realizzabile e riparabile in loco. La tipologia si ripeteva in tutto il mondo contadino senza differenze apprezzabili, come risulta dalle foto.

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