25 ottobre 2024

I cròmeri del Tesino, sempre a piedi e con la cassetta in spalla

La vendita porta a porta di stampe, immagini sacre e piccoli oggetti per la casa è stata per tre secoli il "secondo lavoro" stagionale dei contadini più poveri.
La casséla (cassetta) per sementi dell'ambulante Bortolo Zampiero, classe 1882, già venditore di stame e di mercerìe. Anche nel Tesino i piccoli contadini approfittavano della stasi agricola invernale per trasformarsi in cròmeri, ambulanti che praticavano il porta a porta lontano da casa e si muovevano sempre a piedi con la merce portata a spalla e lo stesso accadeva nella Val dei Mocheni.
Due casséle degli ambulanti tesini, sopra chiusa e sotto aperta.
Lasciavano l'altipiano affidando la cura del bestiame e della casa alle donne e, sempre a piedi e con la "cassela" in spalla, si spingevano ai quattro angoli dell'Europa asburgica. Alcuni hanno fatto fortuna, riuscendo ad aprire negozi all'estero, altri si sono spinti fino in Asia e Australia, trasformandosi in girovaghi espatriati ma nostalgici di casa.
👉Il cròmero stava via nei mesi freddi, dopo aver riempito la cassela (l'armadietto portatile a più scomparti da portare in spalla come uno zaino) rifornendosi dai merciai, commercianti e stampatori bassanesi, che concedevano un credito facile quanto insidioso. Anticipavano la merce dietro promessa di pagare al ritorno dopo averla venduta, ma chiedevano a garanzia il pignoramento del campo. Col tempo furono in molti i piccoli contadini a finire preda di questi prestiti tossici, che spesso si concludevano con la perdita del piccolo appezzamento agricolo, nuovi debiti, povertà e emigrazione.
👉A partire da Settecento il fenomeno crebbe via via di peso e finì col penetrare gli equilibri economici locali, giungendo a modificare la composizione sociale degli abitanti.
Non mancò chi fece fortuna con l'estero. Vi fu anche chi aprì negozio a Parigi, Mosca e Pietroburgo. I tesini figurano tra i fornitori degli Zar di Russia. Da segnalare i casi delle famiglie di stampatori Remondini, Daziaro, Buffa, Pellizzaro, Ognibeni, ben documentati nelle pubblicazioni e installazioni del locale museo dei cròmeri a Pieve Tesino.
La casséla arrivava a pesare fino a 45 chili e conteneva anche sementi, aghi e fili da rammendo, forbici e coltelli, inchiostri e pennini, merletti e pizzi, uncini da ricamo, tele e stoffe, medaglie, brevari, rosari e e santini, rasoi, occhiali e lenti, pipe e pietre focaie, saponette e profumi.


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