6 aprile 2024

I cromeri, gli ambulanti stagionali "col negozio sulle spalle"

Erano i venditori itineranti che trasportavano sulle proprie spalle il campionario del necessaire della massaia: aghi, filo, spille, ditali, forbicine, ferri da calza e da ricamo, stampe,  santini religiosi e mille altre cose utili e a volte introvabili.
In Val dei Mocheni la cassa a scomparti portata a spalla da questi venditori ambulanti era chiamata Kraks. La si ritrova uguale in altre zone dell'arco alpino; in Carnia, ad esempio, viene chiamata crasigne. La Kraks poteva anche essere trasportata su un Kraxe.
Un giovane Krumer della Val dei Mocheni con la sua Kraks in spalla.
Nella Val dei Mocheni i cròmeri venivano chiamati Krumer, ma erano sempre loro, cioè i contadini poveri che però nei mesi di stasi agricola invernale si trasformavano in piccoli mercanti girovaghi stagionali "col negozio in spalla", un fenomeno che in forme analoghe seppur con nomi diversi era presente in tutto il nord-est alpino.
👉Con la kraks (una specie di zaino-cassetta) in spalla, hanno commerciato in terre lontane dal settecento fino ai giorni nostri. La storia dei cròmeri riflette quella di altre zone alpine povere, come il Tesino, l'altipiano di Asiago, la Carnia friulana. Le analogie prevalgono sempre sulle differenze, perfino nei nomi, che finiscono per assomigliarsi sempre, indipendentemente dai generi commerciali che vendevano.
👉Vi furono tre grandi fasi dell'attività dei cròmeri della Val dei Mòcheni: il periodo che va all'incirca dal 1760 fino verso la metà del XIX secolo; in questa fase essi vendevano unicamente immagini sacre sotto vetro di cui si rifornivano nelle regioni nord-alpine della Monarchia degli Asburgo, Boemia ed Austria Superiore; il periodo che inizia intorno alla metà del XIX secolo, nel quale i commercianti vendevano soprattutto merce minuta genericamente classificata come chincaglierie e galanterie ed il periodo del primo dopoguerra nel quale alla merce minuta di ogni tipo si va aggiungendo, sino a divenire prevalente, la vendita di stoffe.
👉Richiamano gli analoghi venditori ambulanti di stampe dell'altipiano di Asiago e di quello del Tesino. Quando questo andirivieni stagionale si sviluppò, entrambi gli altipiani erano sotto l'Austria; non servivano passaporti e il tedesco era un po' come l'inglese di oggi: lo parlavano davvero in pochi ma poche parole bastavano per viaggiare e per capirsi.

3 commenti:

  1. Sempre molto interessanti i suoi post e la ringraziamo per la la capacità di mettere per iscritto tanti racconti ascoltati da un caro montanaro della Lessinia veronese.

    RispondiElimina
  2. Mi unisco agli amici Losmogotes(un saluto al mitico Alfeo),il blog è da tanto tempo tra i miei preferiti e l'immagine del giovane venditore è stupenda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non si tratta di una mia foto, fa parte del patrimonio iconografico della Provincia Autonoma di Trento. Ma tante volte basta aggiungere una didascalia per restituire significato ad una immagine che altrimenti resterebbe sospesa in una nebbia indistinta.

      Elimina