Danno entrambe una carota bianca da grattugiare sui bolliti, sono amate e diffuse nel mondo tedesco e dotate anche di proprietà antibatteriche.
Il rafano gratuggiato fresco fa da complemento a tanti bolliti della tradizione austroungarica. Qui è con il classico prosciutto caldo triestino. Cren (Armoracia Rusticana) e rafano (Raphanus Raphanistrum) appartengono alla famiglia delle brassicacee (crocifere). |
Si diceva infatti che risultasse utile nel trattamento dei reumatismi, bronchiti e altre difficoltà respiratorie. Ma soprattutto per stimolare la diuresi e per favorire la digestione.
Inoltre, per uso esterno, gli estratti della pianta si rivelano efficaci contro eritemi, scottature ed infiammazioni della pelle.
Insalata di patate lesse con cren e prezzemolo. |
Il rafano è invece controindicato per chi soffre di problemi gastrici, disturbi renali, bruciore di stomaco.
Il rafano era molto usato nella cucina austriaca, come ben sanno e ricordano i triestini, che ne fanno ampio uso nei loro tradizionali buffet, dove viene grattugiato crudo direttamente sul piatto. In genere si accompagna a affettati, carni bollite, roast-beef, pesce affumicato e altre pietanze, ormai generalmente sotto forma di salsa. Per averlo crudo bisogna coltivarselo nell'orto di casa. |
👉Oggi lo si impiega prevalentemente sotto forma di salsa ottenuta aggiungendo aceto e pangrattato alla radice macinata.
👉Una volta estratto dal terreno purtroppo non si conserva a lungo, diventa secco e duro. Ho cercato di conservarlo in barattolo pieno di sabbia asciutta, ma con scarsi risultati.
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