21 maggio 2012

Il ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento - la primavera

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Il "Ciclo dei mesi" è una composizione di pitture a fresco realizzata sulle pareti interne della Torre Aquila, facente parte della cinta muraria duecentesca di Trento. Fu realizzata sotto il governo del principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein agli inizi del 1400, con intenti agiografici. Si compone di undici quadri, uno per ciascun mese, con l'eccezione di marzo, andato perduto.
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Aprile: ripartono i lavori nei campi: l'aratura, la preparazione dei terreni, la semina, la sistemazione degli orti.
In basso due contadini guidano un pesante aratro a ruote tirato da una coppia di buoi e da un cavallo.
In un bosco ricco di funghi un cane da caccia insegue una lepre; più in alto un orso si muove tra il bosco e le rocce. Due giovani donne si affaccendano in un orto recintato. Oltre la palizzata un contadino conduce un carro tirato da buoi mentre un altro lo segue portando un sacco sulle spalle. I due provengono da un mulino. Un altro campo cintato e già arato viene lavorato da un erpice tirato da un cavallo e seminato.
A sinistra un pellegrino vestito di bianco è seduto davanti a un villaggio di case coi tetti in paglia.
 Due dame riccamente vestite si dirigono ad un appuntamento galante.






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Maggio: tra l'inverno e l'estate, preparati e seminati campi e orti, quando la natura non chiama ancora alle fatiche dei lavori agricoli estivi, la scena medioevale è occupata dai passatempi delle classi abbienti e dominatrici.
  giovani nobili e dame aristocratiche in coppia o in gruppo nei dintorni di una città difesa da mura e raccolta attorno alla chiesa.

Nei posti a media altitudine tutti i campi dovevano essere seminati entro il 24 aprile (San Giorgio), inoltre tutti gli steccati dovevano essere riparati e in ordine. A San Giorgio cominciava il pascolo del bestiame e quindi era il giorno, dei «dondoloni» (Kleiner Schlenggltag): i pastorelli entravano in servizio e vi rimanevano per lo più fino ad Ognissanti. Dal giorno di San Giorgio la colazione era alle cinque. Per il resto, le settimane del maggio scorrevano piuttosto tranquille. Si andava nel bosco a rastrellare e raschiare insieme strame e fogliame.




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Giugno: con la scomparsa delle nevi alle quote alte l'economia contadina sposta gli animali da latte nelle malghe. Inizia la stagione dell'alpeggio.
 Mucche che ruminano e pastore che le mungono, trasportano il latte, lavorano accanto a piccole malghe in legno col tetto di scandole.
 Una città con due porte è in comunicazione con i luoghi alpestri.
 Cinque coppie aristocratiche accompagnate da cinque musicanti.

Da San Vito (15 giugno) fino alla fine di settembre c'era ben poco da riposare.
Dove c'erano grandi estensioni di prati montani o di malga, intere famiglie e gran parte dei servi andavano a trascorrere un paio di settimane in malga, ciò che in parte avviene anche oggi.
La giornata lavorativa estiva era molto lunga. Essa veniva interrotta da cinque pasti: colazione, mezza colazione, desinare, merenda e cena.



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