Avere la trebbiatrice era una prerogativa riservata ai grandi masi condotti dai contadini più benestanti...
L'aia dove la bestia da tiro girava in tondo aggiogata alla trave orizzontale. |
Una Dreschmaschine (trebbiatrice) a trazione animale, ma mobile. |
👉La macchina è messa in moto dalla forza degli animali. Una ruota dentata è fissata a un albero verticale, che si innesta in uno più piccolo, che trasmette il movimento. La trasmissione alla trebbiatrice vera e propria avviene tramite una grossa cinghia di cuoio.
👉Il sistema di rinvio a 90° ripeto quello adottato per gli impianti a ruota idraulica, siano essi mulini, gualcherie, botteghe da fabbro o altro.
In età romana esisteva una tipologia particolare di vanga a setaccio, chiamata ventilabrum, che serviva a separare il grano dalla pula e il tribolo. In seguito venne usata la tarara (una vaglio ventilatore) capace di separare i grani dalla pula.
Nota storica: nel 1733 lo scozzese Michael Menzies costruisce la prima trebbiatrice azionata da una ruota idraulica. Successivamente, si ebbero trebbiatrici movimentate da motori a vapore e poi motori a scoppio, motori che venivano collegati alla trebbiatrice mediante una grossa cinghia per la trasmissione del moto, oppure con un giunto cardanico. Il motore e la trebbiatrice, montata su ruote, venivano spostati nelle diverse località di trebbiatura, solitamente le aie delle cascine, mediante traino da parte di buoi o asini. Nella prima metà del Novecento il motore iniziò ad essere costituito da un trattore, che aveva anche la funzione di trainare la trebbiatrice e accessori (pressaforaggi o imballatore) nei suoi spostamenti.
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