7 novembre 2018

Le patate in padella, una formula che sconfigge la fame

Tra le nostre montagne la patata arrivò tardi, specialmente tra le vallate delle Alpi, diciamo a inizio Ottocento, ma ci si trovò subito benissimo.
Una teglia di ferro con patate, cipolle e pomodoro, semplice antesignana di padellate ben più ricche e elaborate.
Campo di patate nel Bleggio (Trentino).
Eh, già, la patata non è qui da sempre, diciamo che nell'orto di Asterix non c'era proprio (le piante conosciute dal piccolo Gallo erano in realtà rape, cavoli, frumento, farro, orzo, avena, miglio, lenticchie, piselli, fave).
👉Prima di Cristoforo Colombo la polenta e le patate non c'erano, nè in Europa nè tantomeno nelle terre alte. Ci arrivarono solo dopo la scoperta delle Americhe (1492), e ci impiegarono veramente molto tempo per fare breccia nelle abitudini alimentari dei contadini delle vallate alpine. Ma, una volta scoperte il valore della patata, le terre alte le fecero ponti d'oro.
👉In montagna la patata si ambientò benissimo, anche a quote elevate e che così divenne rapidamente un tassello-base dell'alimentazione alpina.
patate in padella
Nelle padellate il condimento più usato era sicuramente lo strutto, il più economico e diffuso fra i contadini delle "terre alte", che oggi é caduto in disuso. Oltre alle basiche patate smalzade trentine e alle sovranazionali patate saltade o rostide, molte erano le formule regionali, come il Gröstl e lo Spiegeleier, il patugo trentino, il tortél de patate trentino, il Rösti svizzero, le patate en tecia friulane...

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