L'attivismo dell'ambizioso Mainardo non si limitò alle usurpazioni espansionistiche: diede impulso alle miniere d'argento e colonizzò le terre di mezza costa attirando sui monti tirolesi i contadini bavaresi e lasciò così un segno indelebile.
Oggi il venostano maso Pirchhof figura tra le mete turistiche sul Monte Sole di Naturno, nella media Val Venosta. La foto illustra bene la colonizzazione di mezza costa voluta da Mainardo II° (1238-1295) e proseguita nei secoli successivi. I masi segnavano e segnano il confine fra il fondovalle e la fascia boschiva che lo separa dalle praterie alpine delle monticazioni estive. |
Castel Tirolo, il maniero meranese che ha dato il nome all'intera Contea, nell'affre- sco di Franz Lenhart che decora il gazebo liberty della Waldenlhalle a Merano. |
Lo stemma della Contea del Tirolo. |
👉Si trattava di ex-servi della gleba bavaresi, che allo scopo venivano riscattati dallo stato di servitù e poi trasformati in coloni di montagna col contratto della colonìa perpetua a canone invariato (in pratica il "maso chiuso"), un contratto che era chiamato Erbleihe. Stessa formula anche per l'inedita figura sociale del Bergknappe, contadini minatori cui concesse di scavare nei terreni da loro coltivati per estrarre il minerale da conferire alle miniere.
👉Ma tra la fine del secolo XIII e gli inizi del secolo XIV la finestra temporale favorevole ai contadini di montagna si richiude: nelle terre feudali la sovrappopolazione di servi della gleba non c'era più, e quindi non era più vantaggioso "liberarli" dietro riscatto. Successivamente, mentre in Germania meridionale i nobili stracciarono i contratti già stipulati coi nuovi contadini, Mainardo fu l’unico nobile a mantenere i contratti stipulati con i contadini, e fu così che si assicurò la loro fedeltà.